Lamento, e morte di Benedetto Mangone Famosissimo Capo di Banditi.
Title
Lamento, e morte di Benedetto Mangone Famosissimo Capo di Banditi.
Synopsis
http://www.archiviostoricocrotone.it/uomo_medievale/gesta_re_marco.htm:
The fierce bandit Benedetto Mangone, headed a gang of robbers who terrorized long campaigns of Eboli. Captured and brought to Naples, the bandit was placed in chains on a cart and taken to the streets to expose him to ridicule while the executioner with pincers tore the meat. Finally, April 17, 1587 at the Market was put on the wheel and killed with a hammer.
Wikipedia:
Marco Sciarra was the follower and imitator of Benedetto Mangone, of whom it is recorded that having stopped a party of travellers which included Torquato Tasso, he allowed them to pass unharmed out of his reverence for poets and poetry. Mangone was finally taken, and beaten to death with hammers at Naples.
He and his like are the heroes of much popular verse, written in ottava rima, and beginning with the traditional epic invocation to the muse. A fine example is The most beautiful history of the life and death of Pietro Mancino, chief of Banditi.[3] It begins:
äóì
"Io canto li ricatti, e il fiero ardire
Del gran Pietro Mancino fuoruscito
(Pietro Mancino that great outlawed man
I sing, and all his rage.)[3]
äó
In Kingdom of Naples, every successive revolutionary disturbance saw a recrudescence of brigandage down to the unification of 1860-1861. The source of the trouble was the support the brigands (like Carmine Crocco from Basilicata, the most famous outlaw during the Italian unification)[9] received from various kinds of manutengoli (maintainers) - great men, corrupt officials, political parties, and the peasants who were terrorized, or who profited by selling the brigands food and clothes.[3]
The fierce bandit Benedetto Mangone, headed a gang of robbers who terrorized long campaigns of Eboli. Captured and brought to Naples, the bandit was placed in chains on a cart and taken to the streets to expose him to ridicule while the executioner with pincers tore the meat. Finally, April 17, 1587 at the Market was put on the wheel and killed with a hammer.
Wikipedia:
Marco Sciarra was the follower and imitator of Benedetto Mangone, of whom it is recorded that having stopped a party of travellers which included Torquato Tasso, he allowed them to pass unharmed out of his reverence for poets and poetry. Mangone was finally taken, and beaten to death with hammers at Naples.
He and his like are the heroes of much popular verse, written in ottava rima, and beginning with the traditional epic invocation to the muse. A fine example is The most beautiful history of the life and death of Pietro Mancino, chief of Banditi.[3] It begins:
äóì
"Io canto li ricatti, e il fiero ardire
Del gran Pietro Mancino fuoruscito
(Pietro Mancino that great outlawed man
I sing, and all his rage.)[3]
äó
In Kingdom of Naples, every successive revolutionary disturbance saw a recrudescence of brigandage down to the unification of 1860-1861. The source of the trouble was the support the brigands (like Carmine Crocco from Basilicata, the most famous outlaw during the Italian unification)[9] received from various kinds of manutengoli (maintainers) - great men, corrupt officials, political parties, and the peasants who were terrorized, or who profited by selling the brigands food and clothes.[3]
Set to tune of...
ottava rima
Transcription
O Fier destino, ingrata, e crudel sorte,
Che di cotanto mal fosti cagione;
Chi fece al mondo mai si horribil morte,
Come fatt'höæ il sventurato Mangone;
Ne'la campagna con tante sue scorte:
Ne regnò in lui pietà, ne compassione;
Alessandria incappollo à tradimento,
Ch'ogni nemico suo fatto hà contento.
Amati voi nemici sventurati,
Se Benedetto à voi salvo veneva,
Meglio, che al mondo non fossero nati,
Quanti tormenti darvi esso voleva;
Vi facea stare tutti stravagliati,
Ogni nemico gran pensiero haveva;
Come Lepre, che sente il Cacciatore,
Vi facea star pensosi con terrore.
Evoli, e le campagne fan gran festa,
Con le lor dolci Muse aßai sovente,
E per gran gusto crollano la testa,
Ogn' huom tener può sue voglie contente,
Dicendo, è morta la fiera tempesta,
Quello, che percotena tanta gente,
Liberi siamo senza sospettione,
Hor, che mort'è Benedetto Mangone.
Quand'era Benedetto à la campagna,
Questo Regno in travaglio facea stare,
Teneva il passo à bosco, & à montagna,
Non si potea libero praticare:
Nulla persona più sospira ò lagna,
Che più non esce allo paßo à rubare:
A[??]er ogni Fiera, ogni Mercato
Dapoi, che Benedetto fù arrotato.
Dell'aspre crudeltà, che fè Mangone
Io vò Barrarui in ogni parte, e loco,
Primo nemico suo Marco Cercione
Vivo abbruciollo dentro al vivo foco;
Senza nulla pietà, ne compassione,
Senza timor di Dio ne assai, ne poco;
Lo facea per lo foco far la tresca,
N'impalà un'altro all'v sanza Turchesca.
D'un'altro suo inimico, dirò poi,
Seppe, c'haveva al ponte di Cignono
Seicento pecorelle, havea de' suoi,
Che havan pasconlando per quel piano;
Gl'haveaammazzati altri Porci, e Buoi,
E quelle anco gli capitaro in mano,
E gli ammazzò seicento pecorelle,
Che nulla valse, ne carne, ne pelle.
In questo piano v'era un'hosteria,
Benedetto, e i compagni erano entrati,
Quando vidder venir per una via
Il Capitan d'Evoli, e molti armati,
Ogni compagno in punto si mettia
Con li schioppetti, e con li can calati,
Come fu presso sparar con furore,
Merir sei Sbirri, e lo Governatore.
Benedetto era da rabia aßalito,
Con li compagni suoi si partì in fretta,
E gionse quella sera à Santo Vito,
E d'assai Buffal fè crudel vendetta:
Di sangue era pien tutto quel sito;
O giornata crudele, empio pianetta;
E ben vi poßo dir libero, e chiaro,
Che più di settecento ne ammazzaro.
Havendo fatto poi quel gran macello,
Tutti le Buffalar fece chiamare,
Disse, pigliate il Zaino, e lo mantello.
Per altro cominciate à travagliare:
Anzi più disse à ciaschedun di quello
Siate al patrone, e fatevi pagare,
De i Bufal morti dite allo patrone,
Che gl'hà uccisi Benedetto Mangone.
Giunti li Buffalari allo patrone,
Stanchi, e lassi e tutti travagliati,
Forte piangendo per compassione,
Dallo patrone furo addimandati,
Sappi Signor, che Benedetto Mangone
Hà tutti i vostri Bufali ammazzati;
Che eruda nuova, abime, che crudel danno,
Per quelli piani tutti morti stanno.
Comincia il patrone à sospirare,
E consumava sua vita maschina;
Li Buffalari comincia à pregare,
Che non voglin veder tanta ruina;
Gli prega quelli andare à scorticare,
Et ogni Buffalar indietro camina,
Giosero alluogo, ove succeso il caso,
Benedetto li tagliò l'orecchie, e'l naso.
Havendo fatto poi quest'altro effetto,
Con li compagni suoi pose in via:
Un Medico incontrò in un boschetto;
Molti nemici suoi guarito havia,
Disse, ben venga stò Medico eletto,
Certo di voi un gran bisogno havia:
Per mille volte siate il ben trovato,
Toccami il polso, perche stò ammalato.
Il Medico lo polso maneggiava,
Sentiva nel suo petto crudel pene;
A Benedetto il Medico parlava,
E diße, Signor mio stai molto bene:
E benedetto forte replicava,
Maneggiar'a à voi il polso hor mi conviene;
Il vostro polso al mio non è uguale,
Medico mio voi state molto male.
Ti voglio una ricetta hora ordinare,
E dar ti voglio buona medicina,
Ma prima un servitial ti voglio fare
Con herba fresca, e con acqua marina:
Con le sue man le calze fè spuntare,
Appoggiato ad un cerro à testa china,
Empiè il miser di polve à dietro, à tale,
Che'l fè volar per aria senza l'ale.
Si vidde uscir da la bocca gran foco,
E un tuon, che ribombò per la foresta;
Il corpos si spartì in vario loco,
Lungi le braccia, il corpo dala testa;
Benedetto ridea del falso gioco,
Havendolo condotto à sì rea festa,
E dapoi si partì con gran diletto,
Con li compagni à far'un'altro effetto.
Bendetto Mangone alla Quaglietta
Andò poi la Domenica mattina,
Calando il cane sopra la schioppetta,
Ogni compagno dietro gli camina;
Entrò in Chiesa, e non levò beretta,
Nè salutò la potenza Divina:
Entrato, come un can rinegato,
Pigliò il Baron, che stava inginochhiato.
Pel petto l'afferrò con tal furore,
Da me, gli disse, non potrai scampare;
E della Chiesa poi lo cavò fuore,
Com'una foglia lo face a tremare;
Lo Prete si piglò tanto terrore,
La Messa non potè più celebrare,
Ma in Sacrestia si pose à fuggire
E più non puote la Messa finire.
Poi disse Benedetto à quel Barone,
Della tua vita, che pensi di fare?
Non sai, ch'io son Benedetto Mangone,
Che lo taglion ti mandai à cercare?
Più non ti gioverà sousa, ò ragione,
A pezzi, à pezzi ti voglio tagliare:
Disse il Baron, Signo non mi ammazzare,
Che quanto mi comandi voglio fare.
La Baronessa in piedi fù levata,
Fuor della Chiesa uscì male contenta,
Avanti Benedetto inginocchiata,
Lo supplicava, e nulla sì sgomenta;
Disse, Signor, non sia questa giornata,
Che del Barone mi facci scontenta;
Tanto crudel, Signor, prego no siate,
Last page:
Gionto, che fö_ Benedetto al Mercato
Una gran Ruota in alto egli vedea,
All'hora restö_ molto spaventato,
E quattro scale grandi intorno havea,
E doppo, che dal carro fö_ smontato,
Per la piö_ lunga scala sö_ salea,
Dall'altraa il Boia, e dall'atre i Confrati,
E tutti öæ un temp sö_ furno arrivati.
All'ultimo grado stava esso fermato,
La Ruota rimirava intorno, intorno,
Dicendo hai sorte, dove m'hai menato;
Ecco del viver mio l'ultimo giorno:
Vedo tutto il Mercato circondato
Di talami, e pilastri attorno, attorno,
Chi a piedi, e chi öæ cavallo öæ mirar stanno
La morte in quella Ruota in mio gran danno.
La Boia per la mano lo pigliava,
Möæ pur di Benedetto haveau sospetro,
Con bel parlare il Boia simulava,
Per sin, che al ponto puö_ legarlo stretto;
In sö_ la Ruota poi lo assentava:
Disse lo Boia certo ti prometto
Farti fare una morte dolce assai,
Et in un punto uscirai di guai.
Che di cotanto mal fosti cagione;
Chi fece al mondo mai si horribil morte,
Come fatt'höæ il sventurato Mangone;
Ne'la campagna con tante sue scorte:
Ne regnò in lui pietà, ne compassione;
Alessandria incappollo à tradimento,
Ch'ogni nemico suo fatto hà contento.
Amati voi nemici sventurati,
Se Benedetto à voi salvo veneva,
Meglio, che al mondo non fossero nati,
Quanti tormenti darvi esso voleva;
Vi facea stare tutti stravagliati,
Ogni nemico gran pensiero haveva;
Come Lepre, che sente il Cacciatore,
Vi facea star pensosi con terrore.
Evoli, e le campagne fan gran festa,
Con le lor dolci Muse aßai sovente,
E per gran gusto crollano la testa,
Ogn' huom tener può sue voglie contente,
Dicendo, è morta la fiera tempesta,
Quello, che percotena tanta gente,
Liberi siamo senza sospettione,
Hor, che mort'è Benedetto Mangone.
Quand'era Benedetto à la campagna,
Questo Regno in travaglio facea stare,
Teneva il passo à bosco, & à montagna,
Non si potea libero praticare:
Nulla persona più sospira ò lagna,
Che più non esce allo paßo à rubare:
A[??]er ogni Fiera, ogni Mercato
Dapoi, che Benedetto fù arrotato.
Dell'aspre crudeltà, che fè Mangone
Io vò Barrarui in ogni parte, e loco,
Primo nemico suo Marco Cercione
Vivo abbruciollo dentro al vivo foco;
Senza nulla pietà, ne compassione,
Senza timor di Dio ne assai, ne poco;
Lo facea per lo foco far la tresca,
N'impalà un'altro all'v sanza Turchesca.
D'un'altro suo inimico, dirò poi,
Seppe, c'haveva al ponte di Cignono
Seicento pecorelle, havea de' suoi,
Che havan pasconlando per quel piano;
Gl'haveaammazzati altri Porci, e Buoi,
E quelle anco gli capitaro in mano,
E gli ammazzò seicento pecorelle,
Che nulla valse, ne carne, ne pelle.
In questo piano v'era un'hosteria,
Benedetto, e i compagni erano entrati,
Quando vidder venir per una via
Il Capitan d'Evoli, e molti armati,
Ogni compagno in punto si mettia
Con li schioppetti, e con li can calati,
Come fu presso sparar con furore,
Merir sei Sbirri, e lo Governatore.
Benedetto era da rabia aßalito,
Con li compagni suoi si partì in fretta,
E gionse quella sera à Santo Vito,
E d'assai Buffal fè crudel vendetta:
Di sangue era pien tutto quel sito;
O giornata crudele, empio pianetta;
E ben vi poßo dir libero, e chiaro,
Che più di settecento ne ammazzaro.
Havendo fatto poi quel gran macello,
Tutti le Buffalar fece chiamare,
Disse, pigliate il Zaino, e lo mantello.
Per altro cominciate à travagliare:
Anzi più disse à ciaschedun di quello
Siate al patrone, e fatevi pagare,
De i Bufal morti dite allo patrone,
Che gl'hà uccisi Benedetto Mangone.
Giunti li Buffalari allo patrone,
Stanchi, e lassi e tutti travagliati,
Forte piangendo per compassione,
Dallo patrone furo addimandati,
Sappi Signor, che Benedetto Mangone
Hà tutti i vostri Bufali ammazzati;
Che eruda nuova, abime, che crudel danno,
Per quelli piani tutti morti stanno.
Comincia il patrone à sospirare,
E consumava sua vita maschina;
Li Buffalari comincia à pregare,
Che non voglin veder tanta ruina;
Gli prega quelli andare à scorticare,
Et ogni Buffalar indietro camina,
Giosero alluogo, ove succeso il caso,
Benedetto li tagliò l'orecchie, e'l naso.
Havendo fatto poi quest'altro effetto,
Con li compagni suoi pose in via:
Un Medico incontrò in un boschetto;
Molti nemici suoi guarito havia,
Disse, ben venga stò Medico eletto,
Certo di voi un gran bisogno havia:
Per mille volte siate il ben trovato,
Toccami il polso, perche stò ammalato.
Il Medico lo polso maneggiava,
Sentiva nel suo petto crudel pene;
A Benedetto il Medico parlava,
E diße, Signor mio stai molto bene:
E benedetto forte replicava,
Maneggiar'a à voi il polso hor mi conviene;
Il vostro polso al mio non è uguale,
Medico mio voi state molto male.
Ti voglio una ricetta hora ordinare,
E dar ti voglio buona medicina,
Ma prima un servitial ti voglio fare
Con herba fresca, e con acqua marina:
Con le sue man le calze fè spuntare,
Appoggiato ad un cerro à testa china,
Empiè il miser di polve à dietro, à tale,
Che'l fè volar per aria senza l'ale.
Si vidde uscir da la bocca gran foco,
E un tuon, che ribombò per la foresta;
Il corpos si spartì in vario loco,
Lungi le braccia, il corpo dala testa;
Benedetto ridea del falso gioco,
Havendolo condotto à sì rea festa,
E dapoi si partì con gran diletto,
Con li compagni à far'un'altro effetto.
Bendetto Mangone alla Quaglietta
Andò poi la Domenica mattina,
Calando il cane sopra la schioppetta,
Ogni compagno dietro gli camina;
Entrò in Chiesa, e non levò beretta,
Nè salutò la potenza Divina:
Entrato, come un can rinegato,
Pigliò il Baron, che stava inginochhiato.
Pel petto l'afferrò con tal furore,
Da me, gli disse, non potrai scampare;
E della Chiesa poi lo cavò fuore,
Com'una foglia lo face a tremare;
Lo Prete si piglò tanto terrore,
La Messa non potè più celebrare,
Ma in Sacrestia si pose à fuggire
E più non puote la Messa finire.
Poi disse Benedetto à quel Barone,
Della tua vita, che pensi di fare?
Non sai, ch'io son Benedetto Mangone,
Che lo taglion ti mandai à cercare?
Più non ti gioverà sousa, ò ragione,
A pezzi, à pezzi ti voglio tagliare:
Disse il Baron, Signo non mi ammazzare,
Che quanto mi comandi voglio fare.
La Baronessa in piedi fù levata,
Fuor della Chiesa uscì male contenta,
Avanti Benedetto inginocchiata,
Lo supplicava, e nulla sì sgomenta;
Disse, Signor, non sia questa giornata,
Che del Barone mi facci scontenta;
Tanto crudel, Signor, prego no siate,
Last page:
Gionto, che fö_ Benedetto al Mercato
Una gran Ruota in alto egli vedea,
All'hora restö_ molto spaventato,
E quattro scale grandi intorno havea,
E doppo, che dal carro fö_ smontato,
Per la piö_ lunga scala sö_ salea,
Dall'altraa il Boia, e dall'atre i Confrati,
E tutti öæ un temp sö_ furno arrivati.
All'ultimo grado stava esso fermato,
La Ruota rimirava intorno, intorno,
Dicendo hai sorte, dove m'hai menato;
Ecco del viver mio l'ultimo giorno:
Vedo tutto il Mercato circondato
Di talami, e pilastri attorno, attorno,
Chi a piedi, e chi öæ cavallo öæ mirar stanno
La morte in quella Ruota in mio gran danno.
La Boia per la mano lo pigliava,
Möæ pur di Benedetto haveau sospetro,
Con bel parlare il Boia simulava,
Per sin, che al ponto puö_ legarlo stretto;
In sö_ la Ruota poi lo assentava:
Disse lo Boia certo ti prometto
Farti fare una morte dolce assai,
Et in un punto uscirai di guai.
Method of Punishment
death by hammer
Crime(s)
murder
Gender
Date
Printing Location
In Bologna, Per Gio. Domenico Moso*telli.
Con licenza de' Superiori, 1617
Con licenza de' Superiori, 1617
Notes
Google translate:
Gionto, what turned out to Benedict Market
A large wheel at the top he beheld,
All'hora remained very frightened,
And four large scales around havea,
And after that fö_ removed from the wagon,
For the longest scale upward Salea,
Across the Executioner, and on the other the Confrati,
And every time an upward öæ furno arrived.
Last grade it was stopped,
The Wheel gazed around, around,
Saying you lot, where hast brought him;
Here's my last day to live:
I see all over the market surrounded
Of the thalami, and the pillars around, around,
Who walk, and those who are gazing öæ öæ horse
The death in the wheel in my great harm.
The Executioner pigliava him by the hand,
Ma while Benedict haveau sospetro,
Nice talking with the Hangman simulated,
For sin, that the ponto can tie it tightly;
Upward the wheel then absented:
He told the Executioner certainly promise you
Make you do a very gentle death,
And at one point you exit of trouble.
Gionto, what turned out to Benedict Market
A large wheel at the top he beheld,
All'hora remained very frightened,
And four large scales around havea,
And after that fö_ removed from the wagon,
For the longest scale upward Salea,
Across the Executioner, and on the other the Confrati,
And every time an upward öæ furno arrived.
Last grade it was stopped,
The Wheel gazed around, around,
Saying you lot, where hast brought him;
Here's my last day to live:
I see all over the market surrounded
Of the thalami, and the pillars around, around,
Who walk, and those who are gazing öæ öæ horse
The death in the wheel in my great harm.
The Executioner pigliava him by the hand,
Ma while Benedict haveau sospetro,
Nice talking with the Hangman simulated,
For sin, that the ponto can tie it tightly;
Upward the wheel then absented:
He told the Executioner certainly promise you
Make you do a very gentle death,
And at one point you exit of trouble.
Collection
Citation
“Lamento, e morte di Benedetto Mangone Famosissimo Capo di Banditi.,” Execution Ballads, accessed November 24, 2024, https://omeka.cloud.unimelb.edu.au/execution-ballads/items/show/1095.