El lamento che fa in fra se Lorenzino de Medici che amazzo lo illustrissimo signor Alessandro de Medici duca primo di Fiorenza.
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El lamento che fa in fra se Lorenzino de Medici che amazzo lo illustrissimo signor Alessandro de Medici duca primo di Fiorenza.
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Composto per Lorenzo Ghibellini da Prato.
Digital Object
Image / Audio Credit
Milano MI0327 Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, EDIT16
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Transcription
(last page):
Mutat'ho'l nome mio sol da me stesso
quel che dato mi fu dal sacerdote
me lo scancella il mio fallo commesso
E so cha tutto'l mondo e fatto noto
quel che fatto ha la mia persona trista
de traditori a tutti el sacco, ho uoto
Per non temero Iddio questo sacquista
pigliate esempio uoi tutti Christiani
non fate come mia persona trista
Non credo nelle parte de pagani
un piu di me sia stato si crudele
Tartari, Neri, Turchi, o chatelani
Io son in una Naue senza uele
& uo doue mi guida la fortuna
mio gusto sol sara di amaro fele
Di me non sia nel mondo pieta ignuna
ognun mi scacci senza remissione
da se con mente di pieta digiuna
Ahi tristo me come a compassione
chiusi le porte il di chal mio cugino
detti la morte senza discretione
Ingrato iniquo e falso Lorenzino
a chi tamaua assai piu che se stesso
& a chi ti manteneua nel domino
Vsafti un tradimento tanto espresso
tanto crudele che scellerato me,
perche a ripor non mi uado in un cesso
Signor puo dich io ero come fse
esso mi amaua & riueriua assai
piu che sprimer non so come uero e
A miei parenti affani e molti guai
ho dato per tal fallo oltra la fama
trista che resta al mondo sempre mai
Che Re de traditori colui si chiama
qual tradisce un amico che di certo
conosce che lo teme e che lo ama
So ben chio abitaro bosco o diserto
pe traditori la machia non ua uia
che sempres resta uiua al discoperto
O fortuna crudel fortuna ria
che mi ual lamentar che mi ual dire,
che rimedio non e alla mia pazzia
Quel che fatto e mai piu non puo redire
non gioual disperar non ual la morte
ne per lunghi, o breui anni fire
Resta sol maledir la dura sorte
che mi spinse all'acerbo caso duro
e sertar al lamento mio le porte
Col uolto pieno di lachrime oscuro.
(eight versions in total of this ballad by Ghibellini)
Mutat'ho'l nome mio sol da me stesso
quel che dato mi fu dal sacerdote
me lo scancella il mio fallo commesso
E so cha tutto'l mondo e fatto noto
quel che fatto ha la mia persona trista
de traditori a tutti el sacco, ho uoto
Per non temero Iddio questo sacquista
pigliate esempio uoi tutti Christiani
non fate come mia persona trista
Non credo nelle parte de pagani
un piu di me sia stato si crudele
Tartari, Neri, Turchi, o chatelani
Io son in una Naue senza uele
& uo doue mi guida la fortuna
mio gusto sol sara di amaro fele
Di me non sia nel mondo pieta ignuna
ognun mi scacci senza remissione
da se con mente di pieta digiuna
Ahi tristo me come a compassione
chiusi le porte il di chal mio cugino
detti la morte senza discretione
Ingrato iniquo e falso Lorenzino
a chi tamaua assai piu che se stesso
& a chi ti manteneua nel domino
Vsafti un tradimento tanto espresso
tanto crudele che scellerato me,
perche a ripor non mi uado in un cesso
Signor puo dich io ero come fse
esso mi amaua & riueriua assai
piu che sprimer non so come uero e
A miei parenti affani e molti guai
ho dato per tal fallo oltra la fama
trista che resta al mondo sempre mai
Che Re de traditori colui si chiama
qual tradisce un amico che di certo
conosce che lo teme e che lo ama
So ben chio abitaro bosco o diserto
pe traditori la machia non ua uia
che sempres resta uiua al discoperto
O fortuna crudel fortuna ria
che mi ual lamentar che mi ual dire,
che rimedio non e alla mia pazzia
Quel che fatto e mai piu non puo redire
non gioual disperar non ual la morte
ne per lunghi, o breui anni fire
Resta sol maledir la dura sorte
che mi spinse all'acerbo caso duro
e sertar al lamento mio le porte
Col uolto pieno di lachrime oscuro.
(eight versions in total of this ballad by Ghibellini)
Composer of Ballad
Lorenzo Ghibellini
Crime(s)
murder
Gender
Date
Execution Location
Venice
Printing Location
(Stampato in Fiorenza : dall'Arciuescouado, 1567).
Notes
Lorenzino de' Medici (March 23, 1514 - February 26, 1548), sometimes called Lorenzaccio de' Medici, was an Italian writer remembered primarily as the assassin of Alessandro de' Medici, duke and ruler of Florence.
Lorenzino was born in Florence, Italy, the son of Pierfrancesco II de' Medici and Maria Soderini. He was educated at Camerino together with Cosimo and Alessandro de' Medici. He and the latter were later involved in several public scandals involving their escapades. In 1526 Lorenzino was brought with Cosimo to Venice to escape the Landsknechts falling on Florence, and was also saved from the expulsion of the Medici from that city following the Sack of Rome which crushed the power of the most powerful member of the family, Pope Clement VII. After a period in Veneto, Bologna and Rome (where he gained the nickname Lorenzaccio, "Bad Lorenzo", for his habit of decapitating statues), he returned to his native city in 1530, after the end of the Imperial siege which installed Alessandro as duke.
Probably prompted by Filippo Strozzi, Lorenzino and the killer Scoronconcolo murdered duke Alessandro on January 5, 1537. Lorenzino entrapped Alessandro through the ruse of a promised arranged sexual encounter with Lorenzino's sister Laudomia, a beautiful widow. After this, he fled to Bologna, and from there to Turkey, France, and then Venice. He wrote a public defense of his actions (the Apologia), claiming that, as an ideal heir of Marcus Junius Brutus, dedication to human liberty had forced him to kill Alessandro. As a writer, Lorenzino also authored the play Aridosio, which gained him notable critics.
Cosimo I de' Medici became Duke of Florence, and condemned Lorenzino to death. An assassin in Cosimo's pay killed Lorenzino in 1548 in front of his lover's house at Campo San Polo, Venice.
Lorenzino was born in Florence, Italy, the son of Pierfrancesco II de' Medici and Maria Soderini. He was educated at Camerino together with Cosimo and Alessandro de' Medici. He and the latter were later involved in several public scandals involving their escapades. In 1526 Lorenzino was brought with Cosimo to Venice to escape the Landsknechts falling on Florence, and was also saved from the expulsion of the Medici from that city following the Sack of Rome which crushed the power of the most powerful member of the family, Pope Clement VII. After a period in Veneto, Bologna and Rome (where he gained the nickname Lorenzaccio, "Bad Lorenzo", for his habit of decapitating statues), he returned to his native city in 1530, after the end of the Imperial siege which installed Alessandro as duke.
Probably prompted by Filippo Strozzi, Lorenzino and the killer Scoronconcolo murdered duke Alessandro on January 5, 1537. Lorenzino entrapped Alessandro through the ruse of a promised arranged sexual encounter with Lorenzino's sister Laudomia, a beautiful widow. After this, he fled to Bologna, and from there to Turkey, France, and then Venice. He wrote a public defense of his actions (the Apologia), claiming that, as an ideal heir of Marcus Junius Brutus, dedication to human liberty had forced him to kill Alessandro. As a writer, Lorenzino also authored the play Aridosio, which gained him notable critics.
Cosimo I de' Medici became Duke of Florence, and condemned Lorenzino to death. An assassin in Cosimo's pay killed Lorenzino in 1548 in front of his lover's house at Campo San Polo, Venice.
Collection
Citation
“El lamento che fa in fra se Lorenzino de Medici che amazzo lo illustrissimo signor Alessandro de Medici duca primo di Fiorenza.,” Execution Ballads, accessed November 22, 2024, https://omeka.cloud.unimelb.edu.au/execution-ballads/items/show/1074.